In onda dal 4 marzo
su Rai1 l'attesissima serie con l'attore nei panni di Guglielmo da Baskerville,
Rupert Everett, Greta Scarano, Fabrizio Bentivoglio
di SILVIA FUMAROLA
La parola più usata
è "attuale", anche se la storia è ambientata nel Medioevo. Perché Il nome della rosa, il libro di
Umberto Eco diventato serie con la regia di Giacomo Battiato (dal 4 marzo su
Rai1), contiene "infiniti temi da esplorare" dice John Turturro
"la filosofia, la politica, la repressione delle donne. Bisogna solo
entrarci dentro". Medioevo spettacolare e kolossal (26 milioni di euro),
con Guglielmo da Baskerville che perde la curiosità del detective (Sean Connery
nel film di Jean Jacques Annaud) e con Turturro diventa un intellettuale
curioso, un maestro di quelli che s'incontrano una volta nella vita. "Non
esistono uomini come Guglielmo, lo è stato Eco per i suoi studenti" dice
Turturro.
'Il nome della rosa' , la serie tv su Rai1 – clip
Nella serie - come
nel libro - è dotato di un'intelligenza e una capacità di osservazione fuori
dal comune, in grado di leggere la realtà come un libro aperto, affidandosi a
un approccio scientifico e al proprio infallibile metodo deduttivo. Sebbene sia
un uomo di fede del Medioevo, in contrasto col suo tempo, cerca sempre la
spiegazione più logica e razionale. La sua fama lo precede e per questo l'Abate
gli affida l'indagine sui delitti nell'abbazia benedettina circondata dalle
montagne innevate, dove avvengono una serie di delitti. "Non avevo letto
il libro" racconta Turturro "quando mi hanno proposto il progetto
l'ho letto e riletto. L'ho trovato bellissimo. Ho scoperto un mondo
straordinario. Il nome della rosa racconta un mondo pieno di elementi
estremamente attuali; è stata una grandissima esperienza. Sono rimasto commosso
dalla riuscita e dalla grandiosità del progetto. Non ho visto il film di Annaud
con Sean Connery, a casa da ragazzino avevo il pupazzo di James Bond".
Bentivoglio: come dice Papa Francesco, la povertà ci fa ancora
arrossire
Mega coproduzione
frutto della collaborazione tra RaiFiction, 11 Marzo Film, Palomar e Tele
Muenchen, con tutta la Rai schierata per la presentazione (il presidente
Marcello Foa, l'ad Fabrizio Salini, la direttrice di RaiFiction Tinny
Andreatta, quella di Rai1 Teresa De Santis), Il nome della rosa made in Cinecittà
è stato venduto in tutto il mondo, e andrà in onda sulla Bbc in prima
serata. "L'impresa non è stata
delle più semplici" confessa Battiato. "Il nome della rosa non è un
romanzo, ma è un grande libro. C'è tutto, c'è la storia, la filosofia, si parla
di amore, del ruolo della donna, di terrorismo e di conoscenza. Il problema era
trasformare tutto questo non in una lezione ma in azione. In immagini".
Otto episodi, divisi
in quattro prime serate, interpretati da un grande cast: Turturro, Rupert
Everett (Bernardo Gui), Damien Hardung (Adso da Melk), Greta Scarano
(Margherita e sua figlia Anna), Piotr Adamczyk (Severino), Fabrizio Bentivoglio
(Remigio), Stefano Fresi (Salvatore) Alessio Boni (Dolcino), Roberto Herlitzka
(Alinardo di Grottaferrata).
Turturro firma la
sceneggiatura con Battiato, Nigel Williams e Andrea Porporati, che ha avuto
l'idea di realizzare la serie. "È stata una grande fortuna conoscere
Umberto Eco", racconta lo sceneggiatore "all'epoca pensavo che non ci
avrebbe mai ricevuto. Ho letto il libro quando avevo 18 anni, mi ha cambiato il
modo di vedere le cose. Quello che tocca il mio cuore è il fatto che
l'assassino uccide per evitare che si riscopra l'arte del ridere. Ho incontrato
Eco la prima volta nella sua casa incredibile, che ricordava la biblioteca del
romanzo. Mi ha impressionato perché era una persona molto divertente. Severa e
rigorosa, ma molto divertente. Vorrei
che passasse questo messaggio vedendo la serie: bisogna continuare a ridere di
tutto". "La dimensione
seriale" spiega la direttrice di RaiFiction Tinny Andreatta "è la più
adatta per raccogliere la complessità del romanzo di Eco che non sviluppa solo un giallo, ma tematiche
attuali come la ricerca della verità, l'importanza dell'accesso alla cultura e
al sapere, la fiducia nella ragione contro la paura. La storia è accompagnata
da un grande spirito di tolleranza. Eco già nel 2015 aveva aderito al progetto
anche per la presenza della Rai. Un motivo d'orgoglio per noi. Del resto
proprio in Rai Eco da giovane aveva compiuto i primi, significativi passi di un
percorso di assoluta eccellenza culturale". "Sono stato impressionato dagli attori
italiani - dice Turturro - è importante fare esperienze dalle quali si impara
qualcosa, come in questo caso".
"Mi sentivo davvero bravo quando riuscivo a fare la mia battuta in
inglese - scherza Herlitzka - salvo poi accorgermi che quando mi parlavano
loro, non capivo una parola".
https://www.repubblica.it/spettacoli/serie/2019/02/28/news/_il_nome_della_rosa_serie_tv-220338279/
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