viernes, 8 de marzo de 2019

'IL NOME DELLA ROSA' È UNA SERIE TV. TURTURRO: "IL MEDIOEVO ATTUALISSIMO DI ECO"


In onda dal 4 marzo su Rai1 l'attesissima serie con l'attore nei panni di Guglielmo da Baskerville, Rupert Everett, Greta Scarano, Fabrizio Bentivoglio

di SILVIA FUMAROLA



La parola più usata è "attuale", anche se la storia è ambientata nel Medioevo.  Perché Il nome della rosa, il libro di Umberto Eco diventato serie con la regia di Giacomo Battiato (dal 4 marzo su Rai1), contiene "infiniti temi da esplorare" dice John Turturro "la filosofia, la politica, la repressione delle donne. Bisogna solo entrarci dentro". Medioevo spettacolare e kolossal (26 milioni di euro), con Guglielmo da Baskerville che perde la curiosità del detective (Sean Connery nel film di Jean Jacques Annaud) e con Turturro diventa un intellettuale curioso, un maestro di quelli che s'incontrano una volta nella vita. "Non esistono uomini come Guglielmo, lo è stato Eco per i suoi studenti" dice Turturro.

'Il nome della rosa' , la serie tv su Rai1 – clip
Nella serie - come nel libro - è dotato di un'intelligenza e una capacità di osservazione fuori dal comune, in grado di leggere la realtà come un libro aperto, affidandosi a un approccio scientifico e al proprio infallibile metodo deduttivo. Sebbene sia un uomo di fede del Medioevo, in contrasto col suo tempo, cerca sempre la spiegazione più logica e razionale. La sua fama lo precede e per questo l'Abate gli affida l'indagine sui delitti nell'abbazia benedettina circondata dalle montagne innevate, dove avvengono una serie di delitti. "Non avevo letto il libro" racconta Turturro "quando mi hanno proposto il progetto l'ho letto e riletto. L'ho trovato bellissimo. Ho scoperto un mondo straordinario. Il nome della rosa racconta un mondo pieno di elementi estremamente attuali; è stata una grandissima esperienza. Sono rimasto commosso dalla riuscita e dalla grandiosità del progetto. Non ho visto il film di Annaud con Sean Connery, a casa da ragazzino avevo il pupazzo di James Bond".

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Mega coproduzione frutto della collaborazione tra RaiFiction, 11 Marzo Film, Palomar e Tele Muenchen, con tutta la Rai schierata per la presentazione (il presidente Marcello Foa, l'ad Fabrizio Salini, la direttrice di RaiFiction Tinny Andreatta, quella di Rai1 Teresa De Santis), Il nome della rosa made in Cinecittà è stato venduto in tutto il mondo, e andrà in onda sulla Bbc in prima serata.  "L'impresa non è stata delle più semplici" confessa Battiato. "Il nome della rosa non è un romanzo, ma è un grande libro. C'è tutto, c'è la storia, la filosofia, si parla di amore, del ruolo della donna, di terrorismo e di conoscenza. Il problema era trasformare tutto questo non in una lezione ma in azione. In immagini".
Otto episodi, divisi in quattro prime serate, interpretati da un grande cast: Turturro, Rupert Everett (Bernardo Gui), Damien Hardung (Adso da Melk), Greta Scarano (Margherita e sua figlia Anna), Piotr Adamczyk (Severino), Fabrizio Bentivoglio (Remigio), Stefano Fresi (Salvatore) Alessio Boni (Dolcino), Roberto Herlitzka (Alinardo di Grottaferrata).
Turturro firma la sceneggiatura con Battiato, Nigel Williams e Andrea Porporati, che ha avuto l'idea di realizzare la serie. "È stata una grande fortuna conoscere Umberto Eco", racconta lo sceneggiatore "all'epoca pensavo che non ci avrebbe mai ricevuto. Ho letto il libro quando avevo 18 anni, mi ha cambiato il modo di vedere le cose. Quello che tocca il mio cuore è il fatto che l'assassino uccide per evitare che si riscopra l'arte del ridere. Ho incontrato Eco la prima volta nella sua casa incredibile, che ricordava la biblioteca del romanzo. Mi ha impressionato perché era una persona molto divertente. Severa e rigorosa, ma molto divertente.  Vorrei che passasse questo messaggio vedendo la serie: bisogna continuare a ridere di tutto".  "La dimensione seriale" spiega la direttrice di RaiFiction Tinny Andreatta "è la più adatta per raccogliere la complessità del romanzo di Eco  che non sviluppa solo un giallo, ma tematiche attuali come la ricerca della verità, l'importanza dell'accesso alla cultura e al sapere, la fiducia nella ragione contro la paura. La storia è accompagnata da un grande spirito di tolleranza. Eco già nel 2015 aveva aderito al progetto anche per la presenza della Rai. Un motivo d'orgoglio per noi. Del resto proprio in Rai Eco da giovane aveva compiuto i primi, significativi passi di un percorso di assoluta eccellenza culturale".  "Sono stato impressionato dagli attori italiani - dice Turturro - è importante fare esperienze dalle quali si impara qualcosa, come in questo caso".  "Mi sentivo davvero bravo quando riuscivo a fare la mia battuta in inglese - scherza Herlitzka - salvo poi accorgermi che quando mi parlavano loro, non capivo una parola".

https://www.repubblica.it/spettacoli/serie/2019/02/28/news/_il_nome_della_rosa_serie_tv-220338279/

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