Domenica 12 agosto, il
navigatore satellitare della mia auto è
impazzito e grazie alla sua pazzia ho vagato ammirato, per le colline dell’Alto
Monferrato da Occimiano a Rocca Grimalda, alla disperata ricerca della Parrocchiale di
S. Antonio a Castelletto d’Orba, dove intendevo assistere ad un concerto
pianistico di rilevo. Sicuramente il viaggio si è dilungato e mi son
preoccupato per arrivare puntuale, ma i luoghi visti son talmente suggestivi
che….alla fine il disagio si è tramutato in un piacevole vagare per borghi e
colline.
Prima
di iniziare il concerto il Maestro Fricelli, introdotto da Del Fante e coinvolgendo
le autorità presenti ha conferito una targa premio ‘Rinaldo Rossi’ (Premio dallo
stesso Fricelli ideato e mantenuto in vita), al celebre pianista Gabriel
Tacchino (pronunciato alla francese con la ‘O’ finale accentata e sovente
rinvenuto scritto Tachinau): questi ha suonato nei piu prestigiosi teatri e sale al mondo, dalla Scala a Berlino e da New York in tutta Europa e vanta una produzione
discografica di tutto rilievo. Sempre Fricelli ha dedicato una sua breve
composizione neo romantica, all’artista premiato.
Il
concerto inizia con il due pianistico Marco Podestà e Giuseppe Fricelli, i
quali a quattro mani danno immediatamente la cifra della loro abilità
comunicativa e della scioltezza di tocco. Il programma è piacevole e passa
dalle ‘danze spagnole’ di M. Moszowski che interpretano, con
vivacità e brillantezza la n. 1 e con dolce vigore la n. 2. Seguono le
notissime note delle ‘danze ungheresi’
di J. Brahms e i concertisti alla n. 5 sanno evocare quasi un sogno di
‘Baracarolle’ per dare poi inatteso vigore e tratteggiare un corteggiamento
alla n. 6. Il finale è tutto dedicato al
pubblico a cui viene raccontata musicalmente una favola, un dolce sogno
conosciuto, ovvero di J. Strauss ‘Sul bel Danubio blu’.
Un
‘intermezzo’ poetico viene letto dall’autore Del Fante (scenografo, regista,
attore) che poi inonda il pubblico con le emozioni dell’ “Infinito” leopardiano.
La
seconda parte del programma vede impegnati al pianoforte Emmanuelle Stephan ed
il leggendario Gabriel Tacchino, al cui proposito merita ricordare di essere
stato l’unico allievo di Francis Poulenc
e suo interprete internazionale di riferimento. Iniziano con E.Grieg e dal Peer Gynt propongono ‘al
mattino’ la celeberrima aria intrisa
di attese e di dolcezza, seguita da ‘la
morte di Ase’ resa con grande abilità interpretativa, mantenendo intatto il
dolore senza rimaneggiamenti o strane intrusioni. Le ‘danze di Anìtra’ cambiano completamente l’atmosfera con la spensieratezza giocosa delle danze
popolari che impregnano l’aeree per lasciare poi spazio al tenebroso ed
evocativo ‘nella sala del re della
montagna’. Questa seconda parte del concerto è ovviamente dedicata al
maestro d’eccellenza di Tacchino: F.
Poulenc, del quale vengono proposte tre sonate: ‘Prélude’ decisamente accolta con tutta la sua contemporaneità
ricca di cromatismi ed agilità, ‘Rustique’ e ‘Finall’
resi con puntualità scevra da personalismi
o facili effetti speciali e lasciando all’abilità interpretativa il
compito di rendere omaggio al maestro. Erik Satie compositore per eccellenza
per pianoforte è l’autore ospite nella parte finale del concerto con cinque brani che vanno da la ‘La belle Excentrique’ al ‘Cancan grand-mondain’ che concludono con vivida brillantezza e ricchezza di tocco, tra
cantabili e ballabili.
La
standing ovation impone a Tacchino un bis che con gioia offre: ‘Les chemins de l’amour’ che colora l’atmosfera di sensibilità e
sentimento.
La
Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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