Cinque navi, che hanno
incrociato, non hanno dato alcuna assistenza. L'imbarcazione di Sos
Mediterranee e Msf è in mare da due giorni, con a bordo 141 persone, e si sta
ora dirigendo verso nord. I volontari: "Condizioni di salute stabili, ma
molti sono deboli e malnutriti"
di GIORGIA PACINO
Dopo due giorni in mare con
141 persone a bordo, la nave Aquarius si appella ai governi europei.
L'imbarcazione di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere chiede che le sia
assegnato "un luogo sicuro più vicino possibile, in conformità con il diritto
internazionale marittimo, in modo che le persone salvate in mare possano essere
sbarcate e l’Aquarius possa continuare a fornire la necessaria assistenza
umanitaria".
I migranti al momento a
bordo dell'Aquarius hanno raccontato di aver incrociato cinque diverse navi,
che non hanno offerto loro alcuna assistenza, prima di essere soccorse dai
volontari delle Ong. “Sembra che sia a rischio il principio stesso di fornire
assistenza alle persone in pericolo in mare", sottolinea Aloys Vimard,
coordinatore di Msf a bordo di Aquarius. "Le navi potrebbero non essere
disposte a rispondere a coloro che sono in difficoltà a causa dell’alto rischio
di rimanere bloccate e di vedersi negare un luogo sicuro di sbarco. Le
politiche che mirano a impedire a tutti i costi alle persone di raggiungere
l’Europa si traducono in maggiori sofferenze e anche in viaggi più rischiosi
per persone che sono già molto vulnerabili".
Venerdì, la nave ha
soccorso 141 migranti in due distinte operazioni. Nella mattinata ha salvato 25
persone trovate alla deriva su una piccola barca di legno senza motore a bordo,
rimaste in mare per quasi 35 ore. Più tardi, nel corso della stessa giornata,
ha avvistato una seconda barca di legno sovraffollata con 116 persone a bordo,
compresi 67 minori non accompagnati. Più del 70% delle persone salvate proviene
dalla Somalia e dall’Eritrea. "Le condizioni di salute delle persone
soccorse sono stabili al momento - riferiscono dalla nave - ma molti sono
estremamente deboli e denutriti". Molti dei migranti a bordo della nave,
tornata a operare nel Mediterraneo centrale dal primo agosto, riferiscono di
essere stati detenuti in condizioni disumane in Libia.
Durante entrambi i
salvataggi, l’Aquarius ha informato delle operazioni svolte tutte le autorità
competenti tra cui i Centri nazionali di coordinamento del soccorso marittimo
(MRCC) di Italia, Malta e Tunisia, oltre al Centro di coordinamento congiunto
di soccorso (JRCC) libico. Secondo quanto riferisce Aquarius, il centro di
coordinamento libico avrebbe confermato di essere l’autorità che coordina i
salvataggi, informando però la nave che non avrebbe assegnato un luogo sicuro
di sbarco. L’Aquarius si sta ora dirigendo verso nord, per richiedere il luogo
di sbarco più vicino a un altro Centro di coordinamento.
Sos Mediterranee e Msf
"chiedono nuovamente a tutti i governi europei e alle loro autorità
competenti per il soccorso marittimo di riconoscere la gravità della crisi
umanitaria nel Mediterraneo e garantire un rapido accesso al luogo di sbarco
sicuro più vicino e di facilitare, piuttosto che impedire, l'assistenza
umanitaria salvavita nel Mediterraneo centrale".
Aquarius è ora una delle
uniche due navi di ricerca e soccorso attive in quel tratto di mare. Medici
senza frontiere e Sos Mediterranee si dicono preoccupati per le politiche
europee "che ostacolano l'assistenza umanitaria. La criminalizzazione
delle organizzazioni umanitarie riflette il problema più grande di un sistema
di asilo europeo a pezzi e il fallimento degli Stati membri dell’Ue nel
ricollocare i richiedenti asilo". Proprio ieri, la cancelliera tedesca
Angela Merkel ha definito gli accordi di Dublino sull'accoglienza "non più
funzionali". In un vertice a Sanlúcar de Barrameda, in Andalusia, Merkel
ha ribadito la necessità di una "ripartizione equa", trovando sul
punto un'intesa con il premier spagnolo Pedro Sánchez.
http://www.repubblica.it/cronaca/2018/08/12/news/migranti_l_appello_di_nave_aquarius_i_governi_ue_ci_assegnino_un_porto_sicuro_-203954006/?ref=search
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