A sinistra Stefano Cucchi,
a destra l'attore Alessandro Borghi che lo interpreta nel film "Sulla mia
pelle”
Alla prima a Venezia
"Sulla mia pelle", il docufilm sulla storia di Stefano Cucchi, ha
strappato sette minuti di applausi a scena aperta, dai critici, dagli
spettatori e dalla famiglia di Stefano. Ma il videoracconto della vicenda, che
arriverà nelle sale a processo ancora in corso, non è piaciuto affatto ai
sindacati delle divise, sentiti dal quotidiano Il Tempo, il quale riporta anche
che la pellicola è stata finanziata per 600 mila euro dallo Stato.
Il Cocer, organo di
rappresentanza dei Carabinieri, ha espresso un giudizio molto duro, pur
sottolineando di non aver intenzione di vedere il film. "Ci sarebbe da
indignarsi se si accertasse che lo stesso è stato prodotto con il contributo
dello Stato. Infatti apparirerebbe alquanto strano che, con un processo ancora
in corso per appurare la verità, organi dello Stato abbiano finanziato un film
che sposta in una sala cinematografica un processo che proceduralmente, in uno
Stato di diritto, andrebbe svolto in un'aula di Tribunale".
Parla al Tempo Gianni
Tonelli, ex segretario del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) oggi onorevole
in quota leghista, in passato è stato protagonista di aspre polemiche con
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano: "Rabbrividisco. Mi chiedo: si può
mandare in mezzo mondo un film che dà allo spettatore un'idea non suffragata da
sentenze? Ed è vero che lo Stato ha finanziato il film con 600mila euro? È
questa la cultura italiana da esibire in una mostra internazionale? Io non mi
farò intimidire, e da parlamentare andrò in fondo a questa storia"
Sulla stessa linea anche il
commento di Franco Maccari, presidente nazionale di Fsp Polizia di Stato:
"È impossibile contenere o sdegno per l'ennesima storia di ordinaria
criminalizzazione di chi veste una divisa. A quando un film sul carabiniere Giangrande
ferito a Palazzo Chigi? O sui poliziotti uccisi dal terrorismo rosso? A quando
un film, pagato dallo Stato, sugli eroi in divisa? Basta con le gogne, le
piaghe e le cicatrici che tanti appartenenti alle Forze dell'Ordine portano a
vita 'sulla loro pelle'"
Più pacate nei toni ma
simili nella sostanza, infine, le parole del segretario del Sappe, il sindacato
di polizia penitenziaria, Donato Capece: "La storia processuale ci ha
visti oltraggiati e infamati senza uno straccio di prova: sia la sentenza di
primo grado che quella di appello hanno assolto i poliziotti penitenziari. Lo
hanno accertato due Corti e lo ha confermato infine la Cassazione. Nessuno deve
più aprire o sollevare sospetti, ci aspettiamo da anni scuse che ancora non
arrivano. Il carcere, e chi in esso lavora, non c'entra nulla con la triste
vicenda Cucchi. E sarebbe giusto che questo venisse evidenziato nel film".
Alessandro Borghi è il
protagonista del film “Sulla mia pelle”, diretto da Alessio Cremonini e
presentato al 75esimo Festival di Venezia. Il film è ispirato al caso di
Stefano Cucchi, geometra romano morto il 22 ottobre 2009, sei giorni dopo
essere stato arrestato per detenzione di stupefacenti. La storia di Stefano è
probabilmente la più nota tra quelle riguardanti i presunti abusi delle forze
dell’ordine in carcere, grazie alla battaglia portata avanti dalla sorella
Ilaria. “In un mondo stellare questo film ci porterebbe alla sentenza, ma non
succederà - ha detto Alessandro Borghi in un’intervista. Quello che vogliamo è
che le persone si avvicinino alla storia di questo ragazzo e alla tragedia di
questa famiglia”.
http://www.lavocecosentina.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=3057:il-film-su-stefano-cucchi-sulla-mia-pelle-a-venezia-fa-infuriare-sindacati-di-polizia-e-carabinieri&Itemid=305
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