Con Giovanni Paolo II nel
1997 (ap)
La figura di Annan, legata
all'Italia sin dagli inizi degli anni Novanta per lo scontro tra Roma e il
Palazzo di Vetro sulle operazioni Onu in Somalia, raccontata dall'ambasciatore
Francesco Paolo Fulci, rappresentante permanente d'Italia alle Nazioni Unite
dal 1993 fino al 1999
di RAFFAELLA SCUDERI
"Ho conosciuto molto
bene Kofi Annan perché l'Italia, quando venne eletto Segretario generale, era
nella persona del sottoscritto, alla presidenza del Consiglio di
sicurezza".
Cosa ricorda di quel periodo?
"Ci fu un lungo
braccio di ferro tra Madeleine Albright, da poco Segretario di stato americano,
che voleva Kofi Annan, e il Segretario uscente Boutros Boutros-Ghali, la cui
nomina era caldeggiata oltre che dall'Egitto, anche dalla Francia. Noi eravamo
quelli che cercavamo di compiere ogni sforzo possibile per arrivare a eleggere
un nuovo Segretario, superando questa impasse. E ci riuscimmo.
Mi chiamò la signora
Albright, che ricopriva un doppio incarico: ambasciatrice all'Onu e da poco
Segretario di Stato. E mi chiese: "Paolo, ma perché continuano ad esserci
due voti a favore di Boutros-Ghali? Uno è la Francia e lo sappiamo, ma l'altro
non è quello dell'Egitto, perché ormai il Cairo ha lasciato campo libero a
Washington." Io risposi, senza remore, che il secondo voto era il nostro.
Ma per raggiungere il suo obiettivo, le suggerii di convincere i francesi ad
accettare il posto che in quel momento ricopriva Kofi Annan nell'entourage
delle forze di pace. Questo li avrebbe convinti a dire sì ad Annan a Segretario.Così
fu. E ce ne furono grati tutti".
Cosa ha lasciato Kofi Annan?
"Una forte impronta
nella vita e nella storia delle Nazioni Unite. Non solo per i suoi sforzi in
favore della pace, ben riconosciuti. Ma anche e soprattutto per quella che era
una sua fissazione personale: la lotta contro la povertà e la fame nel mondo.
Si deve a lui se il vertice del Millennio fu dedicato alla lotta contro la fame
nel mondo. Vennero fissatri degli obiettivi molto ambiziosi entro il 2010, che
sono stati largamente raggiunti. Questo è un suo grandissimo merito."
Qual era il rapporto del Segretario con l'Italia visti i trascorsi
per l'operazione in Somalia?
"Ottimi. Il suo primo
viaggio all'estero da Segretario fu a Taormina. E il primo riconoscimento gli
venne dato dall'università di Messina. A me diceva sempre che il suo sogno era
ritirarsi in una bella casa in Toscana. Sì, per l'operazione Somalia ci sono
state grandi incomprensioni, dovute al fatto che l'Italia, pur avendo versato
tanto sangue per l'operazione di pace, non aveva alcun posto nella catena di
comando dell'Onu per le operazioni di pace. Kofi Annan riconobbe però il fatto
che l'Italia aveva dato un contributo molto importante senza aver mai ricevuto
alcun riconoscimento formale".
Cosa ricorda in modo particolare di Annan?
"Kofi Annan è la
persona che maggiormente si è battuta per lo sviluppo e la pace. Lui ha
esercitato al meglio le sue funzioni. Le critiche che ha ricevuto sono dovute
soprattutto al fatto che sia stato portato in palmo di mano dagli
americani".
http://www.repubblica.it/esteri/2018/08/18/news/kofi_annan_ambasciatore_fulci_-204398780/
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