Un successo l'opera che inaugura la stagione del
Piermarini. Un trionfo per il maestro. Piace la rilettura della regista
britannica Deborah Warner. Il ministro Franceschini: "Opera bella e
coraggiosa". All'inizio tensioni e scontri, feriti tra manifestanti e
forze dell'ordine
MILANO - Dodici minuti di applausi, grida di
"bravi" e salve di fiori sugli interpreti al proscenio hanno sancito,
alla Scala, il successo del Fidelio
di Beethoven riletto dalla regista Deborah Warner. Ma anche il saluto commosso
al direttore musicale uscente Daniel Barenboim, a cui al termine del primo atto
hanno gridato "grandissimo il maestro" e all'inizio del secondo un
"evviva!" suscitando la sua risposta autoironica,
"speriamo", che ha fatto ridere il pubblico. Approvazione piena per
tutti, anche per la compagnia di canto basata sulla voce di Anja Kampe nel
ruolo di Leonora/ Fidelio; Klaus Florian Vogt (il marito imprigionato,
Florestan); Kwangchul Youn (il capo carceriere Rocco), Mojca Erdmann (sua
figlia Marzelline) e Florian Hoffmann (spasimante non ricambiato, Jaquino);
Falk Struckmann (Don Pizzarro, governatore della prigione); Peter Mattei (il
ministro Don Fernando).
Le proteste, le reazioni. A tenere banco all'inizio è
stata la piazza, con momenti di
tensione, annunciati, e un paio di feriti fra forze dell'ordine e
manifestanti. "Inaccettabili manifestazioni di protesta violenta" le
definisce il prefetto Francesco Paolo Tronca, "diamo sempre il peggio di
noi al mondo" commenta il presidente della Lombardia Roberto Maroni,
"un danno di immagine e anche economico" secondo il ministro dei Beni
culturali Dario Franceschini. Che ha definito l'opera "un allestimento
coraggioso, ma ci sta perfettamente". "Le proteste ci sono sempre
state" ricorda il sovrintendente Pereira, spiegando che i soldi guadagnati
(biglietti in platea a 2.400 euro) serviranno per progetti importanti come il
finanziamento dell'Accademia o gli eventi per i bambini e per i giovani. Il
sindaco Giuliano Pisapia spiega che la protesta è legittima fino a che non
diventa violenta. Se fosse venuto il premier Matteo Renzi forse sarebbe stata
anche peggiore. Il premier ha però preferito non essere presente promettendo
che ci saranno occasioni il prossimo anno. E il presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, ha scritto al primo cittadino per spiegare che sono stati
motivi "generali e personali" a tenerlo lontano dalla Scala. La
speranza di Pisapia è di poterlo ospitare per la prima dell'anno prossimo che
sarà con Giovanna d'Arco di Verdi. "Tutti sappiamo quello che sta
soffrendo il presidente Napolitano - ha aggiunto - ma è importante che continui
nel suo impegno per il nostro Paese".
Ovazione per Barenboim, la gioia di Deborah Warner. "Ho sentito l'abbraccio del pubblico - dice il maestro - questo calore umano è una cosa che mi tocca molto, è molto più che rispetto è ammirazione, è affetto, sono sbalordito. E sono io che devo dire grazie al pubblico milanese, italiano e di tutto il mondo, perché queste serate sono trasmesse dappertutto". "È stata una prima fantastica - ha commentato alla fine la regista britannica Deborah Warner - sono contenta perché questo Fidelio è meglio di tutte le altre volte che l'ho messo in scena. Grandissima l'orchestra, ha dato grandi soddisfazione".
L'opera. Che sia un successo si capisce dall'inizio, con il grande apprezzamento del pubblico per l'ouverture Leonora eseguita dall'orchestra scaligera nella II versione scritta dal compositore, scelta da Barenboim per poter meglio approfondire nel resto del lavoro l'aspetto umano e affettivo. La vicenda che l'opera racconta (Beethoven ne scrisse una prima versione nel 1804) risente della moda letteraria del tempo, che traeva spunto dalle atrocità del "Terrore" che aveva segnato la Rivoluzione francese ai tempi di Robespierre. E si ispira a un fatto realmente accaduto: Leonora si traveste da uomo (Fidelio) e trova lavoro nella prigione in cui è rinchiuso il marito Florestan. Guidata dall'amore, rischia la vita ma riesce a salvarlo dal coltello di don Pizzarro un attimo prima che giunga il ministro a decretare la liberazione per i detenuti. Giocando sui contrasti, la regista Deborah Warner e la scenografa Chloe Obolenky (autrice anche dei costumi) danno dell'Opera una lettura particolare: narrano soprattutto il trionfo dell'"amor coniugale" che fu titolo della seconda versione dell'opera (1806), mentre del Fidelio si parla in genere come di un'opera che tratta soprattutto il tema della libertà. Ma Beethoven si ispira a un alto contenuto morale, alla fede nei valori positivi. A vantaggio di questi ultimi, Warner non trascura gli altri contrasti emergenti: prigione e libertà, ingiustizia e giustizia, sofferenza e felicità. Soprattutto, buio e luce, che - con il lavoro creativo di Jean Kalman - danno un'impronta decisiva allo spettacolo. La prigione diventa una vecchia struttura industriale abbandonata, che fa da scena fissa allo spettacolo.
Il plauso delle istituzioni. "Un'opera molto bella, coraggiosa": il ministro Franceschini sintetizza così la sua opinione. La prima della Scala è promossa dal pubblico "istituzionale". "Sono rimasto entusiasta e piacevolmente sorpreso, un'opera di un'attualità straordinaria", ha detto il presidente del Senato Grasso. "Una grande opera che parla di giustizia", ha commentato il sindaco Pisapia. Soddisfatto anche il presidente della
Regione Maroni cui è piaciuta "l'ambientazione" e secondo il quale è un'opera che "rappresenta un grande biglietto da visita: amore e giustizia trionfano, almeno alla Scala". "Magnifico" è il giudizio del direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde; "mi è piaciuta, è stato un bello spettacolo", ha commentato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. "All'inizio ero disorientata - ha ammesso il presidente della Rai, Anna Maria Tarantola - perché sono una tradizionalista, poi la musica mi ha coinvolto e anche le scenografie hanno dato un senso particolare all'opera".
http://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2014/12/07/news/teatro_alla_scala_fidelio-102366284/
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