di Felice Cavallaro
Un racconto utilissimo soprattutto per i giovani che non solo in
Italia potranno vedere e analizzare, attraverso un buon materiale di
repertorio, il disastro maturato dalla mafia
La sete di potere di una mafia sanguinaria come quella dei
cosiddetti «corleonesi» irrompe in selezione ufficiale alla Festa di Roma con
un docufilm in due puntate realizzato da Mosco Levi Boucault in versione
francese e italiana per raccontare orrori e caduta di un boss come Totò Riina.
Ma anche per riflettere sull’eterno conflitto del male contro la virtù della legge.
Come emerge dall’impegno di uomini della caratura di Falcone e Borsellino.
Narrazione
didascalica
Ecco vittime e carnefici di «Corleone, il potere ed il sangue». Una
drammatica storia offerta attraverso le testimonianze di magistrati, servitori
dello Stato, pentiti e familiari delle vittime di Cosa nostra. Un racconto che
nella versione italiana si appoggia alla voce profonda di Maya Sansa. Una
narrazione talvolta didascalica, utilissima soprattutto per un pubblico di
giovani che non solo in Italia potranno vedere e analizzare, attraverso un buon
materiale di repertorio, il disastro maturato prima della loro nascita.
Personaggi come Giuseppe Ayala, Francesco Accordino, Giovanni Anania, Letizia
Battaglia e Francesco Paolo Anzelmo, ed ex mafiosi come Gaspare Mutolo,
Giuseppe Marchese, Gaetano Grado e Giovanni Brusca si alternano nel racconto
mentre scorrono le immagini delle grandi stragi e i simboli di un riscatto
possibile. A cominciare dalla stessa Corleone, la città che oggi vuole
rinascere anche trasformando la sontuosa e confiscata villa dei Riina in
simbolo di legalità, in caserma della Guardia di Finanza.
La nuova Corleone
Come è accaduto per la villa bunker in cui il «capo dei capi» si
nascondeva a Palermo oggi sede di una stazione dei carabinieri. Conferma
finalità e genesi della docu-fiction il regista, Mosco Levi Boucault: «Un
progetto nato da una discussione che ho avuto con un protagonista della lotta
alla mafia, Giuseppe Cucchiara (questore in prima linea) a proposito del mitico
Padrino di Francis Ford Coppola. Da lì è nata la voglia di smontare il mito del
nome Corleone...». E la produttrice, Donatella Palermo: «Sono entrata nel
progetto produttivo perché, seppur siciliana, non ho mai sentito raccontare la
mafia in modo così veritiero. Interviste e documenti straordinari, raccolti con
uno sguardo inedito...». Uno sguardo alla storia degli anni passati che
conferma l’attualità con una coincidenza offerta dalla cronaca. Il film si
proietta infatti mentre a Corleone viene condannano a sei mesi di carcere
Leoluca Grizzaffi, lontano parente della moglie di Riina. Accusato di aver
bloccato l’anno scorso la processione del santo patrono davanti alla casa del
boss. Un omaggio fuori tempo e forse lontano dalla nuova Corleone che vorrebbe
rinascere sulle macerie della vecchia mafia.
https://www.corriere.it/spettacoli/18_ottobre_25/corleone-potere-ed-sangue-storia-cosa-nostra-chi-l-ha-vista-e0b65820-d850-11e8-8a41-5d7293f8c00a.shtml
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