martes, 30 de octubre de 2018

«CORLEONE, IL POTERE ED IL SANGUE», LA STORIA DI COSA NOSTRA DA CHI L’HA VISTA


di Felice Cavallaro
Un racconto utilissimo soprattutto per i giovani che non solo in Italia potranno vedere e analizzare, attraverso un buon materiale di repertorio, il disastro maturato dalla mafia
La sete di potere di una mafia sanguinaria come quella dei cosiddetti «corleonesi» irrompe in selezione ufficiale alla Festa di Roma con un docufilm in due puntate realizzato da Mosco Levi Boucault in versione francese e italiana per raccontare orrori e caduta di un boss come Totò Riina. Ma anche per riflettere sull’eterno conflitto del male contro la virtù della legge. Come emerge dall’impegno di uomini della caratura di Falcone e Borsellino.

Narrazione didascalica
Ecco vittime e carnefici di «Corleone, il potere ed il sangue». Una drammatica storia offerta attraverso le testimonianze di magistrati, servitori dello Stato, pentiti e familiari delle vittime di Cosa nostra. Un racconto che nella versione italiana si appoggia alla voce profonda di Maya Sansa. Una narrazione talvolta didascalica, utilissima soprattutto per un pubblico di giovani che non solo in Italia potranno vedere e analizzare, attraverso un buon materiale di repertorio, il disastro maturato prima della loro nascita. Personaggi come Giuseppe Ayala, Francesco Accordino, Giovanni Anania, Letizia Battaglia e Francesco Paolo Anzelmo, ed ex mafiosi come Gaspare Mutolo, Giuseppe Marchese, Gaetano Grado e Giovanni Brusca si alternano nel racconto mentre scorrono le immagini delle grandi stragi e i simboli di un riscatto possibile. A cominciare dalla stessa Corleone, la città che oggi vuole rinascere anche trasformando la sontuosa e confiscata villa dei Riina in simbolo di legalità, in caserma della Guardia di Finanza.

La nuova Corleone
Come è accaduto per la villa bunker in cui il «capo dei capi» si nascondeva a Palermo oggi sede di una stazione dei carabinieri. Conferma finalità e genesi della docu-fiction il regista, Mosco Levi Boucault: «Un progetto nato da una discussione che ho avuto con un protagonista della lotta alla mafia, Giuseppe Cucchiara (questore in prima linea) a proposito del mitico Padrino di Francis Ford Coppola. Da lì è nata la voglia di smontare il mito del nome Corleone...». E la produttrice, Donatella Palermo: «Sono entrata nel progetto produttivo perché, seppur siciliana, non ho mai sentito raccontare la mafia in modo così veritiero. Interviste e documenti straordinari, raccolti con uno sguardo inedito...». Uno sguardo alla storia degli anni passati che conferma l’attualità con una coincidenza offerta dalla cronaca. Il film si proietta infatti mentre a Corleone viene condannano a sei mesi di carcere Leoluca Grizzaffi, lontano parente della moglie di Riina. Accusato di aver bloccato l’anno scorso la processione del santo patrono davanti alla casa del boss. Un omaggio fuori tempo e forse lontano dalla nuova Corleone che vorrebbe rinascere sulle macerie della vecchia mafia.

https://www.corriere.it/spettacoli/18_ottobre_25/corleone-potere-ed-sangue-storia-cosa-nostra-chi-l-ha-vista-e0b65820-d850-11e8-8a41-5d7293f8c00a.shtml

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