I due melologhi, per voce recitante e orchestra, sono stati composti dai
vincitori di un concorso promosso dal Conservatorio stesso. I testi, scelti
dalla commissione, riguardano momenti della vita di Rossini e sono tratti per
lo più dall’epistolario.”
“LES MOTS QUI SONNENT”
Due melologhi per Gioachino Rossini, per voce recitante e orchestra
“Metodo per addormentarsi”
Musica di Elia Praderio
“Petit dîner de plaisir”
Musica di Federico Perotti
Voce recitante LUDOVICO D’AGOSTINO
Due melologhi per Gioachino Rossini, per voce recitante e orchestra
“Metodo per addormentarsi”
Musica di Elia Praderio
“Petit dîner de plaisir”
Musica di Federico Perotti
Voce recitante LUDOVICO D’AGOSTINO
Farsa comica in un atto
Musica di Gioachino Rossini, su libretto di Gaetano Rossi
Sir Tobia Mill Davide
Rocca
Fanni Lucrezia
Drei
Edoardo Milfort Shinikiro
Kawasaki
Slook Raffaele
Facciola
Norton Filippo
Quarti
Clarina Cristina
Faricelli
Regia Laura Cosso
Direzione d’orchestra Margherita Colombo
Movimenti coreografici Emanuela Tagliavia
Orchestra Conservatorio “Verdi” di Milano
Scene e Costumi a cura dell’Accademia di belle arti di Brera
Solisti del conservatorio di Milano
Produzione Conservatorio “Verdi” di Milano
La
Cambiale di Matrimonio è purtroppo
un’opera non così frequentemente rappresentata,
ma che trovo particolarmente fresca ed allegra forse proprio in virtù
della giovane età, 18 anni, di Gioacchino Rossini, al momento della sua prima
scrittura operistica. La vicenda è al solito briosa con qualche paradosso, ma
nell’insieme sia la musica che la narrazione scorrono piacevolmente.
Questa edizione prevede la regia di Laura Cosso
che ha pensato all’ambientazone in una ditta di spedizioni realizzata con scena
fissa e movimenti in su ed in giù di pannelli/orte a rappresentare vari luoghi del mondo oltre a
proiezione di scorcio di cielo visto
attraverso due ante. La regia è accessibile,
divertente e ben strutturata con le scene realizzate dall’Accademia di Belle
Arti di Brera, attraverso l’opera di
Giulia Capra, Sole Fantini e
Marilena Montini anche
ideatrici dei costumi che per contro non ho trovato tutti così pertinenti seppur volti a modernizzare e
rallegrare la scena. Ben inseriti, contestualizzati ed apprezzati i movimenti coreografici di Emanuela
Tagliavia realizzati con giovani
promettenti e ben inseriti. L’Orchestra Conservatorio Verdi di Milano ha
ben risposto sotto la direzione di Margherita Colombo che con prudente
bacchetta ha saputo mantenere una linea
orchestrale vivace ed equilibrata, consona all’opera.
In omaggio a Rossini in occasione del 150° anniversario della morte, la direzione del Coccia ha pensato di far precedere l’opera dall’interpretazione di due melologhi selezionati tramite un concorso del Conservatorio su musiche create da studenti delle classi di composizione: “Metodo per addormentarsi”, con musica da Elia Praderio che forse a causa di non sufficiente amplificazione o forse per scelta, non si sono intese tutte le parole recitate su musica un po’ azzardata. Segue “Petit dîner de plaisir” composta da Federico Perotti con rimandi rossiniani chiari e testo decisamente brillante che grazie alla voce ed alla interpretazione di livello dell’attore Ludovico d’Agostino è risultata più gradevole e divertente, ovvero più in linea con l’opera che segue.
Gli artisti tutti si sono veramente impegnati nel
cercare di dare il meglio acquisito. Sir Tobia Mill viene interpretato dal
baritono buffo Davide Rocca che movimenta la scena con guizzi divertiti;
la giovane Lucrezia Drei interpreta il ruolo di Fanni con agilità e
colore senza trascurare il fraseggio che appare chiaro. Edoardo Milfort
incontra l’interpretazione del giapponese Shinichiro Kawasaki che pur
senza grande estensione offre una prestazione belcantistica di tutta
piacevolezza. Raffaele Facciolà
si evidenza per la caratterizzazione del personaggio Slook e per la carica interpretativa.
Filippo Quarti nel
ruolo di Norton convince sia per il canto timbricamente interessante che per l’interpretazone attoriale; Cristiana
Faricelli è squillante e briosa nel ruolo di Clarina che tratteggia con
ironica cura ed allegria.
Ancora una volta: Evviva l’opera !
La Musica vince sempre
Renzo Bellardone
Credit fotografico Mario Finotti.
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