Il Tesoro dei Granduchi
ospita la mostra dedicata a Leopoldo de’ Medici, principe cadetto e
protagonista della politica culturale della corte fiorentina nel secondo
Seicento.
Enciclopedica figura di
erudito, divenuto Cardinale all’età di cinquant’anni, Leopoldo de’ Medici
(Firenze, 1617 – 1675), figlio del Granduca Cosimo II e dell’Arciduchessa Maria
Maddalena d’Austria, spicca nel panorama del collezionismo europeo per la vastità
dei suoi interessi e la varietà delle opere raccolte. Servendosi di abilissimi
agenti, mercanti e segretari italiani e stranieri, radunò, nel corso della sua
vita, esemplari eccellenti e raffinati nei più diversi ambiti: sculture antiche
e moderne, monete, medaglie, cammei, dipinti, disegni e incisioni, avori,
oggetti preziosi e in pietre dure, ritratti di piccolo e grande formato, libri,
strumenti scientifici e rarità naturali. Uomo scrupoloso e di indole riflessiva
lasciò traccia delle sue predilezioni nella ricchissima corrispondenza
intrattenuta con gli agenti, edita di recente e nota alla critica.
«Uno dei più voraci
collezionisti non solo nella storia di Firenze e dei Medici, ma d'Europa, il
Cardinale era dominato da una passione totale per l'arte. Lo guidava negli
acquisti la sua genialità visionaria, che lo portò ad esplorare - e ad
accaparrarsi - interi nuovi continenti nella materia collezionistica, e a
disporne con finissimo intuito museologico. Si deve a lui, ad esempio, il primo
nucleo della raccolta degli autoritratti, ancor oggi unica al mondo per genere
e ampiezza» (Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi).
Alla morte del Cardinale,
la maggior parte delle opere a lui appartenute entrarono nelle collezioni
granducali e molte di esse furono espressamente destinate dal nipote, il
Granduca Cosimo III, ad abbellire gli Uffizi: l’ingresso sistematico
dell’eredità di Leopoldo nelle raccolte del principale museo della Casata
toscana provocò uno dei più radicali rinnovamenti nella sua storia.
Nel quarto centenario della
nascita di Leopoldo, le Gallerie degli Uffizi hanno voluto dedicare
un’esposizione alla sua figura con lo scopo di presentare al pubblico esempi
significativi del suo gusto nei diversi campi in cui esercitò la sua azione di
conoscitore.
Sotto l’occhio vigile del
Principe, presente in mostra con pitture, sculture e miniature che lo
raffigurano nel trascorrere del tempo, dal poco noto quadro del castello di
Konopiště di Giusto Suttermans, che lo mostra bambino, vestito alla polacca a
cavallo di un destriero parato a festa, alle immagini di pittura e scultura che
lo ritraggono nella sua nuova veste cardinalizia (dal 1667), si articolano le
sezioni dell’esposizione, ospitata nelle prestigiose sale di rappresentanza del
Tesoro dei Granduchi a Palazzo Pitti. Proprio nella reggia medicea erano
custodite in origine le vastissime raccolte di Leopoldo, ospitate nel suo
fastoso appartamento al secondo piano di Palazzo Pitti, allestito con gusto
improntato al Barocco romano.
Dotato di una forte memoria
visiva, Leopoldo riuscì a predefinire la sua collezione vedendone, già dagli
anni precoci dei primi acquisti, la futura morfologia, la struttura portante,
lo stile e la qualità che avrebbero assunto un’impalcatura concettuale in grado
di resistere e affascinare fino ai nostri tempi. Niente fu lasciato al caso e
le circostanze che videro promuovere contrattazioni anche lunghe e articolate,
si attennero sempre al rigore di una precisa prassi.
Nel tempo in cui a Roma si
effettuavano importanti campagne di scavo, Leopoldo grazie all’apporto dei suoi
agenti e consiglieri, tra i quali Ottavio Falconieri, Leonardo Agostini, Pietro
da Cortona, Gian Lorenzo Bernini, Ercole Ferrata, concluse l’acquisto di busti
e sculture antichi di notevole pregio artistico, come la statua di fanciullo
togato in basalto del II secolo d.C. scoperta nel 1651.
Vicino alla scuola
galileiana, il Principe fu, insieme al fratello Ferdinando II, promotore
dell’Accademia del Cimento (1657 – 1667), diretta espressione dell’atteggiamento
sperimentalista che fiorì nella corte medicea pochi anni dopo la morte di
Galileo Galilei. Nella collezione del Cardinale diversi erano gli strumenti
appartenuti al grande scienziato, identificati in questa occasione nelle
raccolte del Museo Galileo di Firenze.
Interessato ai viaggi in
terre lontane, vissuti attraverso le cronistorie letterarie, Leopoldo riunì
nelle sue collezioni rarità naturali e oggetti preziosi dall’Oriente e dai
Paesi del Nuovo Mondo: dalle coppe con nautili lavorati in Cina agli oggetti in
lacca giapponese, dalle armi indonesiane alla rarissima maschera in
travertinite del IV-V secolo d.C. proveniente da Teotihuacan (Messico).
I contatti con il Nord
Europa lo portarono a collezionare importanti gruppi scultorei in avorio di
carattere sacro e profano, mentre la profonda religiosità che si respirava alla
corte medicea lo spinse a commissionare preziosi reliquiari che, dispersi nel
corso del XVIII secolo in alcune basiliche della Toscana, sono stati riuniti in
occasione dell’esposizione.
Se è impossibile ricreare
gli ambienti dell’appartamento del Cardinale e riunire i numerosissimi dipinti
della sua collezione (i risultati degli studi condotti in occasione della
mostra saranno in catalogo e su supporti informatici), una scelta mirata
riuscirà comunque a evocare lo sfarzo delle sue stanze dove i quadri di
Tiziano, Pontormo, Botticelli, Parmigianino, Veronese, Bassano, Correggio si
stagliavano sul fondo rosso delle pareti rivestite di taffetà nel fulgore delle
loro cornici dorate, disegnate da artisti di chiara fama, quali Pietro da
Cortona o Ciro Ferri.
La volontà di lasciar
memoria delle fattezze di personaggi di rilievo si manifestò nell’intento di
costruire una storia dell’arte europea attraverso i ritratti dei suoi protagonisti:
una stanza intera del suo appartamento era dedicata agli autoritratti dei
pittori più famosi, una collezione unica al mondo ancor oggi vanto degli
Uffizi; così come la determinazione con cui perseguì una imponente raccolta di
disegni, con l’aiuto dell’esperto Filippo Baldinucci, costituì il nucleo
primigenio del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe.
La mostra a cura, come il
catalogo edito da Sillabe, di Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli, Maria
Sframeli, è promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.
https://www.uffizi.it/eventi/leopoldo-de-medici-principe-dei-collezionisti
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