jueves, 2 de noviembre de 2017

PIER PAOLO PASOLINI, UNA DISPERATA VITALITÀ. RICORRE OGGI L’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL GRANDE INTELLETTUALE DEL NOVECENTO ITALIANO

 By Laura Perrotti 

La notte tra il primo e il due novembre 1975 Pier Paolo Pasolini viene brutalmente ucciso sul litorale di Ostia. A distanza di ben quarantadue anni i reali artefici dell’assassinio non sono ancora stati decretati, probabilmente si tratta  di “ragazzi di vita” da lui più volte narrati.
Sebbene il presunto colpevole del suo assassinio, Pino Pelosi, sia morto qualche mese fa, si pensa che i reali autori, e motivi, del fatto non siano stati davvero individuati.
 La memoria dell’intellettuale resta più forte che mai.
 Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922, cresce tra Veneto e Friuli e ma compie i suoi studi liceali e universitari a Bologna. Si trasferisce infine a Roma, centro del suo universo, dove vivrà fino alla sua morte

Pasolini attraversa tutto lo scenario artistico del secondo Novecento, occupandosi di poesia, prosa, critica letteraria, musica, teatro e cinema.

Una produzione tanto vasta quanto appassionata. Pasolini trasmette nelle sue opere la “disperata Vitalità” che lo domina: politica, religione, società, amore, sesso; l’universo pasoliniano non cela i segreti del suo creatore.


Il tema più caro all’intellettuale è la vita degli ultimi. Visti in un’ottica che oscilla tra sacro e profano, i ragazzi di vita e le borgate romane diventano soggetti di un vangelo tutto suo.

Una visione del mondo, la sua, che ne ha reso unica la poetica. In Pasolini, convivono, il credo religioso e quello comunista, tanto da farlo sembrare “eretico” in entrambi i casi.

Sono esempi di questo suo credo la commistione, in alcune scene di suoi film e romanzi, di immagini sacre e di propaganda. Ad esempio l’uso di un coro militare russo come colonna sonora della chiamata degli Apostoli in Il Vangelo Secondo Matteo (1964) o la scena finale di Mamma Roma (1962).

È un brusio la vita, e questi persi | in essa, la perdono serenamente, | se il cuore ne hanno pieno: a godersi || eccoli, miseri, la sera: e potente | in essi, inermi, per essi, il mito | rinasce… Ma io, con il cuore cosciente || di chi soltanto nella storia ha vita, | potrò mai più con pura passione operare, | se so che la nostra storia è finita?

P.P. Pasolini, Le ceneri di Gramsci, VI, vv. 299-307


https://www.ultimavoce.it/pier-paolo-pasolini-anniversario/

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