Bergamo sta divenendo tappa obbligata per i
melomani e per i cultori della ricerca e della proposta che al Donizetti Opera
Festival sono peculiarità vive e brillanti; ogni elemento della costruzione
dell’opera rappresenta un tassello importante e qui ogni tassello è trattato
come un gioiello prezioso.
Melodramma di Andrea Leone
Tottola
Musica di Gaetano Donizetti
Elisabetta
Jessica
Pratt
Amelia Carmela Remigio
Leicester Francisco Brito
Warney Stefan Pop
Lambourne Dario Russo
Fanny Federica Valli
Amelia Carmela Remigio
Leicester Francisco Brito
Warney Stefan Pop
Lambourne Dario Russo
Fanny Federica Valli
Direttore Riccardo Frizza
Regia Maria Pilar Pérez Aspa
Scene Angelo Sala
Costumi Ursula Patzak
Lighting design Fiammetta Baldiserri
Assistente regia Federico Bertolani
Assistente costumi Nika Campisi
Costumi Ursula Patzak
Lighting design Fiammetta Baldiserri
Assistente regia Federico Bertolani
Assistente costumi Nika Campisi
Orchestra Donizetti Opera
Coro Donizetti Opera
Maestro del coro Fabio Tartari
Nuovo allestimento e
produzione della Fondazione Teatro Donizetti
Il castello di Kenilworth è la prima opera di Gaetano Donizetti che
vede contrapposte due donne, ove le diverse sfumature femminili si confrontano
nel duello dei sentimenti, del potere e del perdono. Dopo “Il Castello” vedranno la luce altre opere di ispirazione storica
inglese dove sono i ruoli femminili ad essere primari: Anna Bolena, Maria Stuarda e Roberto Devereux. Il
castello di Kenilworth rappresenta anche la linea di demarcazione tra
le opere donizettiane che stanno
lasciando il classico dramma per raccontare drammi più romantici e lasciare
anche alle spalle la fruttuosa impronta di Gioacchino Rossini.
In
contrapposizione all’Enrico di Borgogna,
vista la settimana scorsa, ne Il castello
la scenografia di Angelo
Sala è ridotta
all’essenziale, ma la pedana con piano inclinato favorisce ottima prospettiva
d’insieme impreziosita dalle luci disegnate da Fiammetta Baldisseri che ha
privilegiato i chiaro scuri optando per tinte contemporanea come i toni di
tortora sfumati di lilla, piuttosto che i grigi che guardano al blu. Illuminati da queste belle luci i costumi
tagliati classicamente da Ursula Patzak hanno un
risalto importante che imprime caratterialità ad ogni personaggio. Circa la
regia, che ha saputo sfruttare l’ingresso e l’uscita degli arredi di scena a
cura del coro in vero e proprio movimento o flash d’immagine che si staglia
contro il fondale , è giusto ricordare anche l’Assistente alla regia Federico Bertolani, così come il
merito va riconosciuto anche a Nika Campisi, assistente
ai costumi.
Il Coro del
Donizetti Opera è punto di riferimento sia per le abilità interpretative
attoriali, che ovviamente per la resa vocale di pregio e sotto la direzione di
Fabio Tartari tratteggia espressività e pregevolezza. L’orchestra Donizetti
Opera sotto la guida brillante di Riccardo Frizza ha creato
belle atmosfere romantiche fin dall’ouverture; sfumato e delicato il momento con
l’Armonica a bicchieri, ovvero la glassa
armonica con l’aria di Amelia che viene veramente
vissuto come il preludio alla Lucia di
Lammermoor, che sempre al San Carlo di Napoli verrà rappresentata sei anni
dopo. Proprio a proposito di questo
importante tratto dell’opera è bello parlare di
Carmela Remigio che svela
tutte le sue capacità interpretative sfoggiando le qualità dell’attrice di
teatro unite ad una vocalità di tutto pregio
che morbidamente emoziona e poi coinvolge con acuti brillanti: cammina
su un tavolo che diventa passerella e con una carica notevole ipnotizza lo
spettatore; in “alimenti ancor nel seno”
il bel colore e le agilità esplodono con voce squillante. Fanny è interpretata
da Federica Valli che con le
poche battute affidatele rivela caratterialità e precisione nella brillante emissione.
Dario Russo espone un
buon colore nel ruolo di Lambourne, mentre il difficile ruolo di Warney è
affidato a Stefan Pop che ha
espresso voce possente e ben timbrata, usata con salda tecnica e sicuro
coinvolgimento: struggente il duetto con Amelia/Carmela Remigio al primo atto “vieni dove mi traggi..”. Francisco Brito è Leicester
che interpreta con buona linea di canto: “Veggo
ahimé” ed offre un bel timbro
tenorile porto con accorato sentimento, apprezzato fin dalla lunga aria al
primo atto.
Il ruolo
principale di Elisabetta 1a, Regina
d’Inghilterra, è affidato a Jessika Pratt nome ormai
noto ed apprezzato sulle scene del mondo: l’interpretazione, non per
suggestione del ruolo, è regale sia nel portamento che nel canto dove non
lesina i conosciuti inebrianti acuti ed i piani ricchi di pathos “Regnerò felice ognor”.. “In estasi soave”.
La Musica
vince sempre.
Renzo Bellardone
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