Ansa | Di Nicoletta Castagni
KOUNELLIS
Maestro indiscusso
dell'Arte Povera, Jannis Kounellis è morto oggi all'età di 80 anni a Roma, la
città che, dopo aver lasciato la Grecia a soli 20 anni, aveva scelto per
vivere, lavorare, creare le sue opere provocatorie, spiazzanti, destinate a far
discutere, a rivoluzionare il mondo dell'arte italiano e internazionale.
Pittore e scultore, Kounellis ha creato un linguaggio in continua evoluzione,
che non è mai venuto meno in virtù di un incessante spirito di ricerca.
Nato in Grecia, al Pireo,
nel 1936, a vent'anni Kounellis arrivava a Roma per studiare all'Accademia
delle Belle Arti e nella città eterna ha iniziato a costruire la sua lunga e
fortunata carriera. Anche se ha continuato a parlare di sè come di un pittore,
lasciando qualche perplessità negli interlocutori, Kounellis è stato
soprattutto l'autore di installazioni e performance memorabili, capolavori
riconosciuti dell'arte contemporanea, dai cavalli legati alle pareti della
galleria L'Attico (1967) alla famosa Porta chiusa di San Benedetto del Tronto
(con successive, straordinarie versione a Roma, Londra, Colonia) ai buoi
macellati di Barcellona ('89). E poi il fuoco, i labirinti, i sacchi, il carbo
Una poetica la sua che si è
quasi sempre espressa in grandi dimensioni. "Non ho il senso del cavalletto",
diceva l'artista forse con un filo di ironia. Quella misura perfetta per
appendere alle pareti (stravolta però dalle tele smisurate di Pollock, ammirate
per la prima volta in Italia alla mostra della Galleria Nazionale d'Arte
Moderna del '58) esprimeva un sentimento privato, mentre le installazioni sono
pubbliche, visto lo spazio che occupano. E portano l'arte sul territorio, nelle
piazze, nei giardini".
Deluso profondamente negli
anni '70 dal fallimento delle potenzialità innovative dell'arte povera,
inghiottita suo malgrado dalle dinamiche commerciale (sentimento espresso dalla
famosa porta chiusa con le pietre presentata per la prima volta a San Benedetto
del Tronto), nei decenni successivi Kounellis ha saputo con una rinnovata
consapevolezza ritrovare la primitiva propensione all'enfasi monumentale.
Nel 2002, ecco
l'installazione dei cavalli alla Whitechapel di Londra e, poco dopo, alla
Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma Kounellis realizza un enorme
labirinto di lamiera, lungo il quale pone, quasi fossero altrettanti approdi,
gli elementi tradizionali della sua arte, come le 'carboniere', le 'cotoniere',
i sacchi di iuta e i cumuli di pietre. Nel 2004 celebra con una sua
installazione allestita nella Galleria dell'Accademia di Firenze i cinquecento
anni dalla creazione del David di Michelangelo.
Nel 2007 è nuovamente a
Roma per la Porta dell'Orto Monastico della Basilica di Santa Croce in
Gerusalemme, una imponente cancellata di ferro impreziosita da elementi
cromatici realizzati in pietre di vetro. Nel 2011 è alla Biennale di Venezia,
ma anche in Cina per una serie di mostre dove ha presentato un suo
straordinario lavoro: una scrittura fatta con frammenti di antica porcellana,
quali ideogrammi concreti che si inseguono linea dopo linea in venti lamiere
monumentali. Lo scorso anno, le Monnaie di Parigi hanno ospitato una sua ampia
retrospettiva.
http://www.huffingtonpost.it/2017/02/17/morte-jannis-kounellis-arte-povera_n_14810260.html
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